Conti correnti e finanziamenti: banche sempre più scorrette

Conti correnti e finanziamenti: banche sempre più scorrette


Conti correnti e finanziamenti: mai come in questi giorni il rapporto tra gli Italiani e le banche si è fatto tanto caldo. L'emergenza coronavirus ha bloccato tutta l'Italia, e se da un lato si cerca di pensare alla salute, dall'altra, quando si parla di soldi, non sempre si incontrano situazioni felici, schiette, ma che sopra di tutto e prima di tutto portino avanti le esigenze di famiglie ed imprese.

E invece cosa ci tocca sentire, per l'ennesima volta? Grazie all'Associazione Italiana Dottori Commercialisti veniamo a scoprire che le banche in fatto di conti correnti e finanziamenti effettuano delle richieste burocratiche che sono delle vere e proprie richieste borderline.

Tanto da rendere difficile ogni domanda presentata da imprese e lavoratori autonomi.

Conti correnti e finanziamenti: cosa sta accadendo?
Secondo l'Associazione Italiana Dottori Commercialisti (AIDC) ci sarebbe alla base di tutto prepotenza ed eccesso di zelo, che supererebbero in corsa la crisi di liquidità. A questa conclusione l'Associazione sarebbe giunta in seguito all’esito dell’esame delle numerose segnalazioni ricevute da tutto il territorio nazionale in merito ai comportamenti anomali tenuti dagli istituti di credito nell’evadere le domande di finanziamento di imprenditori e lavoratori autonomi, in attuazione delle disposizioni del decreto liquidità.

I casi segnalati ad AIDC hanno evidenziato un variegato proliferare di adempimenti e richieste fin troppo burocratici, se non quasi borderline.

In Veneto vengono richieste fideiussioni personali a garanzia del finanziamento, la selezione domande viene esaminata, non in ordine cronologico, ma sulla base del merito del rating.
In Lombardia ed in Emilia Romagna ci sono giunte segnalazioni di richieste di compensazione parziale dell’erogazione del finanziamento con posizioni pregresse e sofferenti, in alcuni casi con esplicite note nei siti aziendali.

Tale pratica è chiaramente scorretta - ricorda Andrea Ferrari, Presidente AIDC - ai sensi della lettera m), comma 1 dell’art.13 del DL Liquidità, così come recentemente chiarito anche dai vertici ABI.

Finanziamenti e conti correnti: le segnalazioni
Come se quello messo in evidenza fino a questo punto non bastasse, sono stati segnalati, molte volte, la ridondanza della documentazione pretesa a sostegno della richiesta dei finanziamenti, con moltiplicazione di firme, moduli e modelli di sicuro non obbligatori e spesso del tutto inutili (soprattutto nei casi di garanzia integrale dello Stato).

L’iperproduzione documentale ha interessato in maniera pressoché generale la Lombardia, il Piemonte, il Veneto, l’Emilia Romagna, le Marche e la Puglia e sembra non  risparmiare alcuna banca, connotandosi finanche per  differenziazioni ed implementazioni tra filiali dello stesso istituto.

Questa eccessiva discrezionalità e la propensione a chiedere dati perfettamente conoscibili (come la visura camerale aggiornata) se non a dir poco fantasiosi (bilanci completi di Stato Patrimoniale e Conto Economico anche per imprese in contabilità semplificata) o  addirittura innovativi (bilancio 2019 preliminare) rappresentano, a parere di Aidc, il grande vulnus di una procedura di accesso al credito, che invece avrebbe dovuto essere, almeno nell'intenzione del legislatore, estremamente semplificata, non essendo subordinata alla valutazione del merito creditizio.

In generale i nostri iscritti riscontrano la tendenza a prendere tempo da parte dei funzionari, con risposte evasive e rimpalli di responsabilità - precisa ancora Ferrari -.  Alcuni istituti non sanno se potranno erogare fondi, altri richiedono di allegare copia del pagamento di spese delle quali non si capisce l’inerenza (condominiali).

Finanziamenti e conti correnti: si conclude qualcosa?
Ma è così difficile richiedere un finanziamento od ottenere un po' di liquidità sul conto corrente? Nel caso in cui le pratiche vengano faticosamente completate e regolarmente inoltrate, le risposte delle banche restano insoddisfacenti: nessuna certezza sui tempi effettivi di erogazione, che possono variare da pochi giorni a settimane.

Obiettivo del D.L. liquidità era, però, dare immediata risposta agli urgenti ed indifferibili fabbisogni finanziari degli operatori economici, impossibilitati ad operare, causa pandemia. Era ed è necessaria una liquidità immediata e di facile accesso.

A questo punto il problema dove risiede, nel provvedimento o nella sua attuazione? Da un lato si può in parte comprendere l’attenzione posta dagli Istituti di Credito nell'erogazione di prestiti solo parzialmente garantiti dallo Stato.

Ciò che sicuramente va censurato è il comportamento mirato ad utilizzare l’eccesso di burocrazia come strumento a copertura della reale intenzione di sostituire affidamenti chirografari con affidamenti garantiti dallo Stato, oppure quello destinare la liquidità alla clientela primaria per operazioni speculative.
Al momento il risultato è solo quello dell’instancabile impegno dei dottori commercialisti, per preparare pile di documenti, compilare e far sottoscrivere infiniti modelli, ricevendo risposte spesso meramente interlocutorie ed evasive dagli Istituti di Credito.

Fonte: News Trend Online

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