DECRETO LIQUIDITÀ' : FACCIAMO IL PUNTO PER TUTTI
DECRETO LIQUIDITÀ' : FACCIAMO IL PUNTO PER TUTTI
Il Governo ha dato il via libera al Decreto Liquidità, contenente le misure
di sostegno al credito verso le imprese in difficoltà a causa della crisi
provocata dall’epidemia Covid-19. Un intervento che anticipa quello previsto
per metà aprile, che si concentrerà invece sul sostegno al reddito dei
lavoratori e delle famiglie.
Le misure principali per le aziende contenute nel decreto riguardano
quattro ambiti:
- §
Liquidità alle imprese tramite
finanziamenti garantiti
- §
Sostegno all’export
- §
Rinvio delle scadenze fiscali
- §
Rafforzamento del Golden Power (con
estensione alle aziende hi-tech)
Si tratta di provvedimenti mossi dalla necessità di rispondere alla
richiesta di liquidità da parte di un sistema economico “stressato” dal
lockdown e resi possibili dal Temporary Framework concesso dalla Commissione
Europea, che modifica le regole sugli aiuti di stato permettendo agli Stati membri
di dare aiuti alle imprese in difficoltà a causa del Covid-19.
“Diamo liquidità immediata per quattrocento miliardi di euro alle nostre
imprese, che siano piccole, medie o grandi”, ha detto il Presidente del
Consiglio Giuseppe Conte. “Di questi, duecento miliardi andranno al
finanziamento del mercato interno e altri duecento miliardi serviranno a
potenziare il mercato dell’export. È una potenza di fuoco, un intervento
poderoso che mobilita una cifra enorme”, continua Conte, spiegando che è importante
che “tutto avvenga in modo celere, spedito, sicuro”.
Liquidità alle imprese
Da settimane le imprese italiane, in
difficoltà a causa del blocco delle attività produttive non essenziali
determinato dal DPCM 22 marzo e dalle successive modifiche,
chiedevano un sostegno da parte del Governo per dotarsi della liquidità
necessaria a far sì che, al termine dell’emergenza, non dovessero trovarsi
costrette a chiudere.
Con il Decreto appena firmato, il Governo istituisce un sistema di garanzie
che consente alle banche di erogare prestiti alle imprese con rischio zero (o
molto ridotto): un’operazione in grado di “mobilitare fino a 200 miliardi di
euro”, grazie all’effetto leva. Di questi, almeno 30 miliardi saranno
indirizzati alle PMI, agli autonomi e alle partite Iva.
Lo scorso 3 aprile infatti la Commissione Europea ha chiarito che,
nell’ambito del “Temporary Framework” per gli aiuti di Stato, i Paesi possono
concedere aiuti alle imprese in deroga, attraverso finanziamenti a tasso zero,
iniezione di capitale fino a 800.000 euro per azienda e garanzie fino al 100%
sui prestiti.
Il quadro temporaneo concesso dall’Europa limita a 6 anni il periodo
massimo per la restituzione del debito contratto dalle aziende: questo non ha
permesso al Governo di allungare quanto avrebbe voluto (si era inizialmente
parlato di restituzioni ultraventennali) la tempistica per la restituzione del
credito ricevuto dalle imprese.
Le concessioni del Temporary Framework sono state sfruttate su più fronti
nel Decreto Liquidità, attraverso appunto un sistema di garanzia diversificato
per PMI e grandi imprese.
Professionisti,
autonomi e PMI
“Il Governo ha inteso rispondere a un’esigenza assoluta delle imprese e dei
nostri sistemi produttivi: avere la liquidità”, ha detto il Ministro dello
Sviluppo Economico Stefano Patuanelli. “Il nostro sistema produttivo è fatto
anche di tante piccole Partita Iva, imprese artigiane, autonomi,
professionisti. Per questo mondo abbiamo rafforzato uno strumento già
conosciuto e utilizzato come il Fondo Centrale di Garanzia. Abbiamo fatto
un’operazione amplissima, probabilmente la più ampia d’Europa come garanzie
prestate dallo Stato. È una questione di fiducia: il Governo ha grande
fiducia nei nostri imprenditori, nella capacità che avranno (se sostenuti) di
ripartire dopo questo drammatico momento”.
Per fornire sostegno economico alle aziende più piccole, è stato infatti
ulteriormente potenziato e allargato il Fondo di Garanzia per le PMI. La
dotazione del fondo, già significativamente accresciuta dal decreto Cura Italia
di marzo, è stata infatti aumentata a 7 miliardi e lo strumento è stato
allargato verso il basso ad autonomi e professionisti e verso l’alto a imprese
fino a 499 dipendenti. Il Governo si aspetta di mobilitare in questo modo
finanziamenti per 100 miliardi di euro. L’importo dei prestiti garantiti dal Fondo non
potrà, in ogni caso, superare il 25% del fatturato delle imprese beneficiarie.
Per le aziende fino a 499 dipendenti le misure sono di tre tipi:
- §
Garanzia al 100% su prestiti fino a
25.000 euro. Sul merito di credito dell’azienda non verrà fatta nessuna
valutazione, né economico finanziaria né andamentale. In questo caso quindi le
banche potranno erogare prestiti fino a 25 mila euro senza attendere
l’autorizzazione del Fondo di Garanzia.
- §
Garanzia al 90% a carico dello Stato,
che può diventare 100% cumulando la garanzia di un terzo soggetto come i
Confidi (i consorzi di garanzia collettiva dei fidi), su prestiti fino a
800.000 euro con valutazione economico finanziaria e senza valutazione
andamentale.
- § Garanzia al 90% su prestiti fino a 5 milioni di euro, con valutazione del solo modulo economico finanziario, e non di quello andamentale.
Per lavoratori autonomi, liberi professionisti e imprenditori individuali
già il Cura Italia aveva consentito finanziamenti fino a 3.000 euro con durata
inferiore a 18 mesi senza valutazione, a condizione di autocertificare il danno
subito dalla diffusione dell’epidemia Covid-19. Il limite ora viene portato anche per loro a 25.000 euro
con garanzia al 100% del fondo.
I rimborsi possono essere fatti in 6 anni. È stata snellita la burocrazia
necessaria ad accedere al fondo: ad esempio, la valutazione antimafia per
l’erogazione del prestito sarà successiva allo stesso. La pratica non avrà
nessun costo d’istruttoria e l’erogazione punta ad essere il più veloce
possibile, soprattutto nel caso dei prestiti fino a 25.000 euro, che non
richiederà da parte della banca nessuna valutazione sul merito di credito
dell’azienda.
Medie e grandi imprese
I prestiti delle banche alle medie e grandi aziende (con 500 o più
dipendenti) saranno garantiti da Sace, società controllata da Cassa Depositi e
Prestiti “per il sostegno delle imprese nel loro percorso di export e
internazionalizzazione attraverso servizi assicurativi e finanziari”, che viene
dotata di un fondo apposito da 1 miliardo di euro. Gli impegni assunti da Sace
non dovranno superare l’importo complessivo di 200 miliardi di euro, di cui almeno
30 destinati a supporto di PMI, inclusi autonomi e professionisti.
Le garanzie vanno rilasciate entro il 31 dicembre alle imprese
beneficiarie, che non devono rientrare tra le imprese in difficoltà alla data
del 31 dicembre 2019 e non devono essere presente, alla data del 29 febbraio
2020, tra le esposizioni deteriorate della banca che eroga il prestito.
Come si è detto, la durata massima del prestito è di 6 anni e le imprese
possono scegliere di avvalersi di un preammortamento di durata fino a 24 mesi.
Un
ulteriore vincolo è dato dai limiti all’entità del prestito garantito, che non
deve essere superiore al maggiore tra questi due parametri:
- § 25% del fatturato 2019
- § Doppio dei costi del personale dell’impresa relativi al 2019 (o dei costi attesi per i primi due anni, se l’impresa ha avviato l’attività dopo il 31 dicembre 2018)
In dettaglio
- §
le imprese con meno di 5.000 dipendenti
in Italia e un fatturato inferiore a 1,5 miliardi di euro ottengono una
copertura pari al 90% dell’importo del finanziamento richiesto e per queste è
prevista una procedura semplificata per l’accesso alla garanzia;
- §
la copertura scende all’80% per imprese
con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato fra 1,5 e 5 miliardi di euro
- §
la copertura scende al 70% per le
imprese con fatturato sopra i 5 miliardi.
La copertura della Sace
funzionerà anche per le piccole e medie imprese, anche individuali o partite
Iva, ma solo se sarà già stato sfruttato il credito rilasciato dal Fondo
Centrale di Garanzia.
“Il nuovo strumento gestito da Sace sarà operativo in pochi giorni”, ha
spiegato il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. “Stiamo già mettendo in
campo una task force integrata col sistema bancario e con Sace per rendere
immediatamente operativo questo strumento di garanzia”.
Sostegno all’export
Un altro fronte su cui è intervenuto il Governo nel Decreto Liquidità è il
sostegno all’export, di cui si era già occupato il Cura Italia con
l’istituzione del “Fondo per la Promozione Integrata” da 150 milioni di euro
per il supporto del commercio all’estero dei nostri prodotti.
L’intervento introduce un sistema di coassicurazione in base al quale gli
impegni derivanti dall’attività assicurativa di Sace sono assunti dallo Stato
per il 90% e dalla stessa società per il restante 10%, liberando in questo modo
fino a ulteriori 200 miliardi di risorse da destinare al potenziamento
dell’export e come ha detto il ministro Luigi Di Maio, “assicurerà 50 miliardi
di garanzie date da SACE agli esportatori che libereranno almeno altri 50
miliardi per le imprese”.
Rinvio delle scadenze
fiscali
Dopo il rinvio deciso nel Decreto Cura Italia, è stata disposta la
sospensione per imprese e professionisti delle scadenze fiscali relative anche
ai mesi di aprile e maggio (previste per il 16 di entrambi i mesi). Rinviato
anche il pagamento di ritenute e contributi. I versamenti dovranno infatti
essere fatti entro il 30 giugno o, in alternativa, attraverso cinque rate
mensili a partire da giugno.
Cambia però la platea di beneficiari:
mentre Il Decreto Cura Italia fissava a 2 milioni di euro il limite di
fatturato nel 2019 al di sotto del quale si poteva beneficiare di questa
sospensione, il limite che viene ora alzato significativamente, ma solo per chi
ha subito un calo del volume d’affari. In particolare
- §
IVA, ritenute e contributi sono sospesi
per chi ha avuto un calo di fatturato di almeno il 33% per ricavi/compensi
sotto i 50 milioni e di almeno il 50% sopra tale soglia;
- §
IVA, ritenute e contributi sono sospesi
in ogni caso per i soggetti che hanno iniziato ad operare dal 1° aprile 2019;
- §
Sospensione del versamento IVA per i
residenti delle 5 province più colpite (Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi,
Piacenza) se il calo del fatturato è di almeno il 33% a prescindere dalla
soglia di fatturato.
Il periodo di riferimento per calcolare il calo è lo stesso periodo del
2019 (es. per le fatture di aprile 2020 va considerato il calo di fatturato di
aprile 2020 rispetto ad aprile 2019).
Per quanto riguarda gli autonomi, il
decreto estende la sospensione dei versamenti già prevista dal Decreto Cura
Italia per chi avesse ricavi o compensi fino a 400 mila euro e non avesse
sostenuto nel mese precedente spese per prestazioni di lavoro dipendente: la
sospensione ora arriva fino a tutto maggio.
Credito d’imposta per
l’acquisto di DPI
Il Decreto Liquidità prevede anche che vengano estese le tipologie di spese
ammesse al credito d’imposta del 50% (fino a 20.000 euro) introdotto dal
decreto Cura Italia per la sanificazione degli ambienti e degli strumenti di
lavoro.
Alle spese operative già incentivate, si aggiungono quelle per l’acquisto
di Dispositivi di Protezione Individuale (i DPI come guanti, mascherine,
visiere, occhiali protettivi, tute di protezione e calzari), oltre a
detergenti, disinfettanti e altri dispositivi per proteggere i lavoratori
dall’esposizione ad agenti biologici o per tenerli a distanza di sicurezza
(come i pannelli protettivi). Il limite di spesa per questa misura è di 50 milioni.
Golden Power esteso
anche alle aziende Hi-Tech
Per proteggere le aziende italiane che,
per effetto della crisi economica legata all’epidemia da Covid-19, in questo
periodo sono più soggette a tentativi di scalate, il Decreto Liquidità ha
ampliato, fino a fine 2020, il Golden
Power – cioè la possibilità per il Governo di porre il veto all’operazione –
alle aziende dei settori bancario, finanziario, assicurativo, sanitario,
dell’energia, dei trasporti, dell’acqua, della sicurezza alimentare e della tecnologia:
intelligenza artificiale, robotica, semiconduttori, cybersicurezza. In questo
modo lo stato potrà bloccare scalate ostili ai danni di imprese ritenute
strategiche per il Paese.
Anche le operazioni intra-europee richiederanno la preventiva autorizzazione
del Governo nel caso in cui l’acquisizione comporti il controllo di aziende
rientranti nei settori sopra descritti. Nel caso di operazioni extra-europee,
invece, l’obbligo di notifica riguarderà tutte le acquisizioni di
partecipazioni superiori al 10% da parte di soggetti non appartenenti
all’Unione europea, se superiori alla soglia di un milione di euro, anche se
non comportano l’acquisizione del controllo dell’azienda.
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